lunedì 9 novembre 2015

Biscotti di San Martino o Rasco


A San Martino si tasta ‘u vino

Quando ero molto piccola, la domenica spesso andavamo a pranzo dai nonni paterni. E mentre mia madre e la nonna Zina cucinavano ed apparecchiavano la tavola, il nonno Tommaso – con la sua giacca da camera a quadri di alpaca - mi prendeva in braccio, si dirigeva verso la poltrona del salotto e, adagiandomi sulle ginocchia, cominciava a narrarmi le storie dei paladini di Francia. Era un rito a cui non potevamo rinunciare ed è forse il ricordo più bello che ho di lui. Ho ancora nelle orecchie la sua voce sonante che recitava a memoria alcuni passaggi dell’Orlando furioso, intercalandoli con aneddoti in prosa – molti da lui inventati - ricchi di scene di battaglie e d’amore: “E così Orlando, in groppa al fido Brigliadoro, galoppava per le terre siciliane alla ricerca disperata del suo amore Angelica. Nel suo girovagare spesso si imbatteva in truppe di Saraceni che sfidava con folle coraggio. Combatti vile infedele, urlava mio nonno-Orlando, e sguainando la magica Durlindana faceva saltare le teste dei suoi nemici in difesa dell’onore della sua bella”.

A parte che, da adulta ho iniziato a “tifare” per gli Arabi e, in particolare per Medoro che aveva sposato la bionda Angelica, in alcuni periodi dell’anno le storie cambiavano soggetto ed erano dedicate ai personaggi dei quali ricorreva la festività o la commemorazione.

E così, in un lontano novembre degli anni Settanta, venni a sapere di Martino[1], giovane nobile della Pannonia (l’attuale Ungheria), che costretto ad arruolarsi tra le file dell’esercito romano passò l’intera vita in Gallia indossando la divisa della guardia imperiale.