giovedì 30 gennaio 2014

"E' come fare le lasagne" di Marco Grisafi

E' come fare le lasagne, a strati, partendo dal basso, mettendo in ogni spazio qualcosa di buono che renda la pasta più morbida e unisca le differenze in modo da rendere il risultato gradevole. Salendo poi, devi fare in modo che gli strati superiori siano ben sostenuti da quelli inferiori, così non c'è rischio che cadano, non c'è rischio che si rompa, non c'è il rischio che col colpo del coltello si perda il lavoro compiuto. Quando arrivi in cima, infine, devi ricordare che è proprio quella la parte che è più esposta al giudizio degli altri, quella superficiale, quella che ti fa dire che il piatto è bello, e dunque si presume buono. Eppure la lasagna è buona proprio quando è ben bilanciata, condita al punto giusto, tenera ma grezza nella pasta, liscia e ruvida per l'attrito che deve creare al palato. E' buona quando gli ingredienti che hai utilizzato sono di alta qualità, e distribuiti con generosità, quando resta comunque unita e intima tra i suoi strati anche nel momento in cui viene divisa.

Marco Grisafi

mercoledì 29 gennaio 2014

Filetti di orata con pistacchio di Bronte

Ho elaborato questo delicato piatto di pesce in occasione di una cena intima, per la quale mi era stato richiesto un menù semplice ma raffinato. È una ricetta molto facile da realizzare. La sua bontà sta infatti tutta nella qualità degli ingredienti.
Il pesce peraltro, secondo me, non deve essere preparato in modo troppo elaborato perché si rischia di perdere il suo buon sapore di mare, e non deve neanche essere eccessivamente cotto per evitare di perdere la succosità della carne e le sue proprietà nutritive.
La ricetta.

martedì 28 gennaio 2014

Il gusto goliardico di quelli di Cool…inario

Fashion, glamour, top, trandy, informal chic, sono tutti aggettivi che ben descrivono la serata organizzata sabato 25 gennaio dal team di Cool...inario "Alle Terrazze" di Mondello. Io però li voglio ridurre a due semplici parole non anglofone: piacere della condivisione.
Ho avuto l’opportunità - grazie a Manfredi Dolce, un componente del team di Cool...inario ideato da Vittorio Filippone - di assistere al dietro le quinte dell’evento. La cucina, che è anche il mio luogo ideale, era un insieme armonico di odori, battute, urla e risate e un continuo via vai di amici che entravano solo per salutare e scambiare due chiacchere con gli organizzatori e con gli “chef per una notte”, tutti rigorosamente uomini.

Ecco un’altra cosa che mi ha colpito, non piacevolmente, l’assenza delle donne dietro i fornelli. Questo mi ha fatto riflettere, grazie anche ad un’osservazione della mia amica (collega) food blogger Manuela Zanni (Saggi e Assaggi), su una particolarità del genere cui appartengo: sarebbe difficile mettere insieme una squadra di donne che lavorano insieme divertendosi. Siamo molto più competitive, con poco senso del gioco, vogliamo prevalere una sull'altra e, purtroppo, invidiose. Certo la mia è una generalizzazione anche un po’ provocatoria, ma se chi sta leggendo è una donna non può che darmi ragione. Lo dico con amarezza ma credo, e ne ho anche avuto esperienza nel corso della mia vita, che corrisponda alla realtà: non riusciamo ad essere “leggere” e complici.


Detto questo, che mi renderà possibilmente impopolare ed accenderà delle polemiche sull'argomento, torno alla descrizione delle gradevole serata gastronomica e all'argomento che più m’appassiona: il buon cibo (so che i malpensanti avranno creduto parlassi degli uomini, vi conosco).

Il buffet ha previsto diverse portate che altalenavano tra tradizione e sperimentazione: dalle entrée di verdure e salvia pastellata al carpaccio di carciofi con crema all'arancia e Piacentino ennese; dalle sarde "allinguate" (deliscate, aperte, passate a farina e fritte) ai mini hamburger con la ricotta di pecora e la cicorietta di campo; dai paccheri con fagioli e cozze al riso con ragout di polpo e verdure spontanee; agli involtini di carne classici alla palermitana rivisitati senza “passolina” (uvetta secca piccola e nera molto utilizzata nella cucina siciliana ma non da tutti apprezzata).

Ma “l’intingolo” da me più apprezzato è stata l’atmosfera di familiare accoglienza sostenuta da uno spirito goliardico che da donna ho fortemente e piacevolmente “invidiato”. Bravi Ragazzi!!!

La Squadra di Cool…inario: Vittorio Filippone, Manfredi Dolce, Ercole Gargano, Paolo D'Agostino, Alessandro Perillo, Mario Di Ferro, Daniele Florio, Alessandro Cajozzo, Achille Escalona, Paolo Ayala, ai quali sabato si è aggiunto lo chef de "Alle Terrazze" di Mondello Giuseppe Priolo.

venerdì 24 gennaio 2014

Confettura di peperoncino

Inutile spendere troppe parole per questa conserva piccante e dolce di un rosso attraente. La base è il peperoncino, il re degli alimenti afrodisiaci. Basta questo o devo aggiungere altro?
Dopo aver fatto diverse prove ho trovato la formula che per me è "perfetta"... Provare per credere

martedì 14 gennaio 2014

"U ficatu ri sette cannola" - La Zucca in Agrodolce

Un detto siciliano recita “Conzala comu vuoi, sempre cucuzza è”, che tradotto per i non siculi può essere reso così: “condiscila come vuoi, sempre zucchina è”. Il proverbio ha un’accezione negativa e viene utilizzato in genere per descrivere coloro che, nonostante gli sforzi camaleontici, rimangono sempre quelli che sono. Il suo significante è dunque la non possibilità di cambiamento di alcune cose e/o persone o meglio l’improbabilità della modifica della loro essenza.
La zucca in realtà è un ortaggio molto buono e saporito a basso contenuto calorico, il suo apporto è pari a 17 calorie ogni 100 grammi di polpa; tra i suoi componenti principali vi sono il betacarote e le vitamine A, B ed E, quest'ultima nota per le sue proprietà antiossidanti. La sua polpa solida e compatta e anche ricca di minerali come calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco.e contiene anche una discreta quantità di fibre e una vasta gamma di aminoacidi tra cui l'arginina, la tirosina, il triptofano, l'acido aspartico e l'acido glutammico.

venerdì 3 gennaio 2014

"Leccornie" di Antonella Maria Cacioppo

Venature di mandorla titillano rami di zagara. Il tavolo è ebbro di cannella e la farina sfiocca umida fra le mie dita. Fibre armoniche scivolano sul legno candito. L'ambra colora il viso di sudore, il guscio di pistacchio si apre e l'ugola s'arresta su corde di zucchero. Un effluvio di rose e gardenie tra le pareti. E il pennello bacia le labbra. Sul vassoio un irresistibile pecora al pistacchio!