...Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno
realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa si
sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia...
(Il Manifesto della cucina futurista, F. T. Marinetti, 1931)
(Il Manifesto della cucina futurista, F. T. Marinetti, 1931)
Marinetti e Fillìa lo scrissero
sull’onda della “rivoluzione culturale” dei primi del Novecento. Nel Manifesto,
riprendendo il pensiero filosofico di altri passati esponenti del pensiero occidentale,
viene affermato il ruolo centrale della cucina nella vita delle persone, tanto
da venire equiparata alle arti più “nobili”, come la letteratura e le arti
figurative.
Il Manifesto, oltre
all’eliminazione della pasta asciutta, predica l'abolizione della forchetta e
del coltello per avere un piacere tattile prelabiale; la soppressione dei condimenti
tradizionali, del peso e del volume degli alimenti e delle discussioni troppo
impegnate e sulla politica a tavola; auspica la creazione di «bocconi
simultanei e cangianti», invita i chimici ad inventare nuovi sapori e
incoraggia l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
Le loro idee sono state
ampiamente riprese nella Nouvelle Cousine Italiana e portate avanti negli anni
da chef avanguardisti.
“Assaggi di futurismo” mi è stata
ispirata dalle “visioni” di questi grandi letterati ed artisti del passato ed
ho proposto la mia folle idea agli Holy Cadillac, che essendo più pazzi di me,
l’hanno gradita ed accettata.
Senza avere la presunzione di
equipararci a loro, abbiamo sperimentato l’ensamble cucina e musica provando a
creare sinestesie sensoriali utili a nutrire il corpo ed alimentare l’anima.