Da anni preparo questo dolce, da
quando mi “regalò” la ricetta base una cara amica di famiglia che ancora oggi
ringrazio per avermi lasciato in eredità la sua conoscenza. In quegli anni
universitari di studio e lezioni la mia tecnica di rilassamento preferita era
cucinare. Niente mi dava più tranquillità che entrare in cucina e farmi
avvolgere dagli odori dei cibi e delle spezie (mettevo in atto l’aromaterapia
senza averne coscienza) e niente mi rilassava di più che “creare” qualcosa che
potesse dare piacere agli altri.
Alla ricetta base ho aggiunto le
spezie e negli anni l’ho rivista ed adeguata alla mia personalissima percezione
del gusto dopo averne studiato l’origine e la storia[1].
È di semplice realizzazione e con
poche e semplici mosse riusciremo ad accendere il sorriso delle persone alle
quali vogliamo bene.
Ingredienti: 250
gr. di farina 00; 100 gr. di amido di grano o mais; 200 gr. di zucchero
semolato e 150 gr. di zucchero di canna; 3 uova; 1 pizzico di sale; 1 bicchiere
di latte; 300 gr. di burro; 1 bustina di lievito vanigliato; vanillina; spezie
a vostra scelta (cannella, cardamomo, chiodi di garofano, coriandolo, curcuma,
pepe, peperoncino, ecc.); 200 gr. di uva passa; 1 bicchierino di Malvasia o Rum.
Procedimento: Mettete l’uva passa a reidratarsi nella
Malvasia. Sbattete le uova con il sale e lo zucchero finché non saranno
spumose.
Aggiungete le spezie, il latte e il burro fuso a bagnomaria. Lavorate il
composto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Miscelate la farina con l'amido ed
il lievito e, setacciandoli, uniteli al composto di uova. Continuate a lavorare
fin quando non si formano delle bolle.
Asciugate l’uvetta e mettetela nel
setaccio con qualche cucchiaio di farina. Scuotetela e unitene metà al composto
mescolando con una spatola dal basso verso l’alto.
Ungete e infarinate uno
stampo da plum-cake da 33 cm o uno stampo a ciambella da 26/28 cm. e versatevi l’impasto
ottenuto. Spargervi sopra la frutta tenuta da parte e spolverizzate, se volete rendere
la superficie croccante, con lo zucchero di canna.
Infornate a 180° per circa 50
minuti. Verificatene la cottura con uno spiedo di legno (deve uscire asciutto
quando il plum-cake è cotto), spegnere il forno e aprite la porta senza
sfornare il dolce. Passati 10 minuti, tirare fuori il plum-cake dal forno,
lasciarlo raffreddare e quindi sformarlo su apposito piatto da portata.
Suggerimenti.: Si
può mangiare a colazione oppure offrire con il tè o la cioccolata o un
bicchierino di vino liquoroso. Ed è proprio con l’emozionante Malvasia delle Lipari della Lantieri di
Vulcano che è stato servito il 28 maggio scorso presso l’Enoteca letteraria
Vino Divino di Palermo durante l’evento “Dolcezze Naturali", nel quale sono stata coinvolta dall’organizzatore Massimiliano
Montes (gustodivino.it) e da quel magnifico anfitrione che è Pasquale Lombardo.
La base di questo dolce è
versatile e può essere utilizzata per fare plum-cake e ciambelloni di diverso gusto
e sapore, basta cambiare e/o aggiungere, a proprio piacere, frutta, yogurt,
cioccolato, frutta candita e così via.
Per rendere il dolce più leggero
potete sostituire il burro con un bicchiere di olio di semi non OGM.
Gli elementi solidi che si
aggiungono agli impasti vanno previamente passati nella farina per evitare che
vadano al fondo.
[1]
Già a fine Ottocento il maestro Pellegrino
Artusi nel suo celeberrimo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare
bene” lo definiva “un dolce
mentitore del nome suo”, visto che, plum si traduce con prugna e le prugne,
scriveva, non c’entrano affatto. Non è nota la motivazione per cui questo
dessert si chiami così in Italia. Di provenienza anglosassone, il suo nome originale
è “Pound Cake” che letteralmente
significa “Torta della Libbra”. il
nome sintetizza il procedimento con cui veniva fatto che prevedeva una libbra
di ciascuno di questi cinque ingredienti: farina, uova, burro, zucchero e
frutta candita.
I cugini francesi invece lo
chiamavano “Gateau Quatre Quart” perché
l’impasto non prevedeva l’utilizzo della frutta. Col passare del tempo poi
l'arte pasticcera si è rinnovata e raffinata tanto da elaborare ricette dove le
proporzioni tra gli ingredienti sono state rivoluzionate e in taluni casi
stravolte per dare caratteristiche diverse al prodotto finito. L’ultimo mistero
da svelare è perché in Italia continuiamo, nonostante tutto, a chiamarlo Plum Cake.
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