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lunedì 12 giugno 2017

Tagghiarini cu i favuzzi frischi


Quella contadina è una cucina semplice ma gustosa e sana, che predilige i prodotti di stagione ed evolve con l’alternarsi delle stagioni.
Oggi, in omaggio alla primavera e ai suoi frutti, vi propongo i Tagghiarini fatti in casa con le fave fresche e il finocchietto selvatico, una ricetta della tradizione gastronomica siciliana.
La pasta fatta in casa è tradizione di tutte le regioni italiane. Al sud, come in Sicilia, e in alcune parti del centro si prepara senza l'aggiunta di uova. I formati si somigliano tutti, anche se prendono nomi diversi. Ad esempio, i "tagghiarini" (tagliolini) siciliani che qui vi presento in Toscana si chiamano "pici", nella Tuscia (zona di Viterbo) invece diventano i "lombrichelli", mentre a Roma sono i "tonnarelli".

Non è difficile da preparare, occorre solo un po’ di tempo come per tutte le cose buone. Siete pronti? Eccola.

sabato 14 maggio 2016

La "Frittella" palermitana


Per prima cosa è giusto specificare che, nonostante il suo nome, in questa preparazione della tradizione palermitana non c’è niente di fritto. L’origine del nome si perde nel passato, possibilmente il termine che usiamo oggi è una storpiatura di quello vero. Fatto sta che, a Palermo “frittella” è sineddoche di uno squisito stufato di verdure.

Per tradizione si cucina il giorno di San Giuseppe (19 marzo) che coincide con l’inizio della primavera, fondendo così la celebrazione dei riti religiosi ai riti pagani.

La frittella la possiamo definire come la sintesi della Primavera nel piatto. È la celebrazione dei frutti che la terra ci offre in questo periodo: fave, piselli, carciofi e cipollotti freschi, legati insieme da una soluzione agrodolce di aceto e zucchero, retaggio della cucina araba. Esiste anche una variante ennese che prevede l’aggiunta del finocchietto selvatico.

Senza l’agrodolce può diventare anche un ottimo condimento per la pasta, aggiungendo qualche fogliolina di menta o di prezzemolo.

Anche per questo piatto vale la regola secondo cui “ne esistono tante versioni quante sono le famiglie che la preparano”. Ecco la mia.

venerdì 2 maggio 2014

Insalata tiepida di fave


È ancora tempo di fave.
Appassionata e “devota” – oltre che alla Santuzza - ad una cucina che utilizzi prodotti del territorio e di stagione, vi propongo questa volta una ricetta della tradizione della cucina popolare siciliana. Una preparazione molto semplice, di origine contadina, che però esalta il buon sapore del verde legume soprattutto se accompagnato con dell’ottimo olio d’oliva.
Prima di passare alla ricetta, reitero l’unica mia vera raccomandazione: utilizzate prodotti freschi e di prima qualità, sempre!

martedì 14 gennaio 2014

"U ficatu ri sette cannola" - La Zucca in Agrodolce

Un detto siciliano recita “Conzala comu vuoi, sempre cucuzza è”, che tradotto per i non siculi può essere reso così: “condiscila come vuoi, sempre zucchina è”. Il proverbio ha un’accezione negativa e viene utilizzato in genere per descrivere coloro che, nonostante gli sforzi camaleontici, rimangono sempre quelli che sono. Il suo significante è dunque la non possibilità di cambiamento di alcune cose e/o persone o meglio l’improbabilità della modifica della loro essenza.
La zucca in realtà è un ortaggio molto buono e saporito a basso contenuto calorico, il suo apporto è pari a 17 calorie ogni 100 grammi di polpa; tra i suoi componenti principali vi sono il betacarote e le vitamine A, B ed E, quest'ultima nota per le sue proprietà antiossidanti. La sua polpa solida e compatta e anche ricca di minerali come calcio, sodio, potassio, fosforo, rame, magnesio, ferro, selenio, manganese e zinco.e contiene anche una discreta quantità di fibre e una vasta gamma di aminoacidi tra cui l'arginina, la tirosina, il triptofano, l'acido aspartico e l'acido glutammico.

giovedì 20 giugno 2013

LE "PANELLE"


Oggi fa tantocoolandare in giro per il mondo a provare lo street food - il cibo di strada - padre naturale del più moderno fast-food. Inutile dirvi che in Sicilia, dove siamo sempre avanti, lo facciamo da secoli: il fast-food, praticamente, lo abbiamo inventato noi. Lo so, starete pensando che sono una campanilista terrona, un’estremista del pensiero terrone… Be’, forse un fondo di verità c’è, la certezza però sta nel fatto che io amo follemente la mia terra e soprattutto la mia città: Palermo, una vecchia signora sdraiata tra un monte (Pellegrino) e il mare, nobile, indolente, magnifica nonostante i marcati segni del tempo, che ancora emana una forte aura, memoria dei suoi splendori liberty e di tutta la sua antica storia.

domenica 28 aprile 2013

Favuzzi frischi c’a muddica atturrata (Fave alla moda di Palazzo Adriano)

Questa ricetta della tradizione della cucina povera siciliana me l’ha insegnata una signora, per l’appunto originaria di Palazzo Adriano (paesino normanno vicino Palermo) che oggi non c’è più, appartenuta a quella generazione di contadini che sapevano come sfruttare al meglio i prodotti della terra.
È di facile preparazione e l’unica raccomandazione è quella di utilizzare prodotti freschi e di prima qualità.

Ingredienti:
500 gr. di favette fresche già sbaccellate; 250 gr. di mollica (in siciliano tale termine viene usato ad indicare il pangrattato); 150 gr. di caciocavallo stagionato grattugiato; 200 gr. di tuma o primosale di pecora; olio EVO; 3 spicchi d’aglio rosso (possibilmente di Nubia); sale e pepe.