E' come fare le lasagne, a strati, partendo dal basso, mettendo in ogni spazio qualcosa di buono che renda la pasta più morbida e unisca le differenze in modo da rendere il risultato gradevole. Salendo poi, devi fare in modo che gli strati superiori siano ben sostenuti da quelli inferiori, così non c'è rischio che cadano, non c'è rischio che si rompa, non c'è il rischio che col colpo del coltello si perda il lavoro compiuto. Quando arrivi in cima, infine, devi ricordare che è proprio quella la parte che è più esposta al giudizio degli altri, quella superficiale, quella che ti fa dire che il piatto è bello, e dunque si presume buono. Eppure la lasagna è buona proprio quando è ben bilanciata, condita al punto giusto, tenera ma grezza nella pasta, liscia e ruvida per l'attrito che deve creare al palato. E' buona quando gli ingredienti che hai utilizzato sono di alta qualità, e distribuiti con generosità, quando resta comunque unita e intima tra i suoi strati anche nel momento in cui viene divisa.
Marco Grisafi
Nessun commento:
Posta un commento