Come diceva già più di
trent’anni fa il Prof. Urbani, illustre urbanista palermitano, la
globalizzazione si sarebbe dimostrata uno strumento vincente solo per quei
paesi/regioni che avessero capito sin da subito l’importanza delle proprie
peculiarità territoriali dandogli giusto risalto e valore. Il suo concetto del “E’ sulu cà e ci l’haiu sulu jo” (“E’ solo
qua e ce l’ho solo io”, traduzione per i non siculi) viene oggi concretizzato
in una norma con il DDL “Born in Sicily”.
Le food blogger palermitane con Natale Giunta e Dario Cartabellotta |
L’eccezionalità dell’evento è stata data dal
fatto che nello stesso luogo si siano incontrati contemporaneità e tradizione,
specificità locale e reti globali. Insieme ai giornalisti e ai cittadini lo
chef ha voluto invitare i più rappresentativi food blogger di Palermo, in
verità tutte donne – tra le quali, con un certo orgoglio, la sottoscritta - con
un'unica rappresentanza maschile.
L’invito c’è stato rivolto
in qualità di “ambasciatrici del gusto e della cultura culinaria siciliana”.
Monica Cecere (io) e Natale Giunta |
La nostra isola – dice Dario
Cartabellotta - è da secoli un territorio che ospita e fonde tra di loro infinite
qualità di cultivar portate dai popoli che dal Medio Oriente, dall’Africa e dal
Nord Europa sono approdati sulla nostra isola come dominatori ma che hanno
lasciato un patrimonio unico di biodiversità, di tecniche agricole e di cultura
eno-gastronomica.
“Born in Sicily” mira a
superare le specificità “campanilistiche”, così definite dallo stesso assessore,
dei marchi DOP e DECO con un unico marchio regionale. La scelta dell’inglese è
voluta. Tende infatti a sostenere l’eccellenza siciliana e a darle la giusta
riconoscibilità nel contesto internazionale.
Di fronte alla perdita di
qualità dei prodotti alimentari proposti dalla grande distribuzione da una
parte, e al successo che raccolgono invece iniziative come Slow Food ed Eataly
dall’altra, valorizzare l’unicità dei prodotti “Born in Sicily” è una strategia
vincente dal punto di vista dello sviluppo economico, del marketing
territoriale e della tutela della salute dei cittadini.
La presenza delle food
blogger, e del loro pragmatismo tutto femminile, ha aperto il dibattito su temi
importanti come le strategie possibili per contenere i prezzi dei prodotti
locali, spesso più cari di quelli industriali, e la relazione con le normative
comunitarie che confliggono con le procedure di produzione tradizionali e,
ancora, come verranno scelti i prodotti che entreranno nell’elenco ufficiale della
Regione Sicilia e dove potranno essere acquistati i prodotti.
Non sono state date delle
risposte molto chiare in proposito, tranne che sulla possibilità della
riduzione dei costi attraverso l’utilizzo della filiera corta e dunque dell’eliminazione
di tutti quei farraginosi e inutili passaggi che fanno molti prodotti, che
magari sono prodotti in Sicilia, portati in altre regioni per la trasformazione
e riportati nell’isola con costi esorbitanti.
Ma siamo fiduciosi e
almeno c’è una base normativa da cui partire.
Al termine lo chef Natale
Giunta ha offerto un cooking show, in collaborazione con l comico palermitano Sasà
Salvaggio, durante il quale ha dimostrato come anche con i prodotti a chilometro
zero, spesso sottovalutati e considerati di poco pregio, si possano realizzare
piatti di alta cucina.
Natale Giunta e Sasà Salvaggio |
Per chi desiderasse
immergersi in questi gusti il ristorante Sailem propone un menù “Born in
Sicily”, elaborato dallo chef termitano il quale, fino a dicembre, devolverà
per ogni coperto un euro alla Mensa del Padre Abraham, alla Gancia, gestita da Fra
Romano Fina dell’Ordine dei Francescani di Sicilia.
Da sinistra: Dario Cartabellotta, Natale Giunta, Fra Romano Fina |
I tanti aviti cultori del
prodotto locale non possono che essere lieti; finalmente, anche in Sicilia, c’è
una normativa che dà la giusta rilevanza alla tradizione e alla qualità,
partendo dall’attenzione alla salute del cittadino.
La
cultura eno-gastronomica è identità, salute, lavoro e ricchezza. L’omologazione
dei sapori, necessaria alla produzione e alla distribuzione su vastissima scala
che va a sfavore dei consumatori-cittadini può essere superata solo attraverso
la conoscenza delle risorse locali e la rieducazione al gusto. Almeno secondo
il mio modesto parere di foog blogger, siciliana al 100%.
Siciliana sugnu!!!
I blogger presenti: oltre me, Claudia Magistro di
Scorza d'arancia, Francesco Sorce di Cuoco per amico, Alessandra Messina di Cosebuone di Ale, Chiara
Chiaramonte di Chiaracucina, Stefania
Oliveri di Cardamomo & co., Alessandra
Dammone di Piccola Pasticceria Sperimentale, Gabriella Garajo di Choco&Chic Sicile Chef, Manuela Zanni di Saggi & Assaggi, Maria Bonaccorso di Il Cuore in
pentola, Fina Curcio de L'avvocato
nel fornetto, Ornella Daricello di
Gialla tra i fornelli, Silvia Crucitti di Kitchenqb, Romina Pollara de Dal pasticcio al
pasticcino, le ricette di Romina, Francesca
Landolina di Fashioncooking.it, Elena
Benfante de La Montagna incantata e di Zagara e Gelsomino e Elena Montalto e Francesco Cimò di Palermonighteday.
Tutti hanno contribuito con una
propria ricetta alla realizzazione della pubblicazione della raccolta di
ricette “Born in Sicily, cucinare
siciliano per mangiare siciliano” che sarà omaggiata alla Regione per la
campagna di sensibilizzazione a sostengo del progetto e presto scaricabile
anche sui singoli blog e sul sito dello chef Natale Giunta.
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