A Pasqua molti hanno l’imbarazzo della scelta tra l’uovo e la
colomba. Vi voglio indicare una terza via, anzi trazzera visto che si tratta di
un’antica tradizione siciliana.
La ricetta di questi biscotti pasquali mi è stata
"regalata" da mia Zia Dora, splendida donna carinese che non sta
ferma un attimo e riesce a sfornare dolci e prelibatezze in quantità quasi
industriali. Io la ho leggermente personalizzata, aggiungendo l’aroma di
vaniglia e una quantità minore di latte al fine di ottenere una pasta più
simile alla frolla. Dei "Pupazzi con l'uovo" ne ho parlato
nell'articolo dedicato a quelli che fanno a San Fratello (ME), non mi
dilungherò dunque nuovamente nella loro descrizione. Voglio invece qui scrivere
dell'importanza simbolica di questo alimento che in questi dolci pasquali viene
inserito sodo con tutto il guscio.
L'uovo rappresenta la vita e la rigenerazione ed è presente in
molte culture antiche, di millenni precedenti alla nascita di Cristo, anche se
oggi esso rappresenta la Pasqua in tutto il mondo.
Le uova forse per la loro particolare forma e sostanza, hanno
sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche
del mistero, della sacralità.
Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la
Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del
ritorno della vita. Quando gli uccelli, infatti, cominciavano a preparare i
nidi per accogliere le loro uova significava che l'inverno ed il freddo erano
ormai passati. Questo per gli antichi era un chiaro segnale che stesse
arrivando la bella stagione.
I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le
feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano
scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo
anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.
L'uovo era visto anche come simbolo di fertilità e magia, perché
nei tempi passati era inspiegabile la nascita di un essere vivente da un
oggetto così particolare. Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai
poteri speciali, e venivano interrate sotto le fondamenta degli edifici per
tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per
scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare
nella loro nuova casa.
Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del
Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo
stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo
rompendone il guscio, Cristo uscì vivo dalla sua tomba di pietra.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti
rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di
rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
In Occidente l'usanza di scambiarsi le uova come regalo di
Primavera risale al 1176, quando il capo dell'Abbazia di St. Germain-des-Près
donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti
delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L'uso di regalare uova è
collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della
fecondità e del rifiorire della natura. L'uovo è appunto simbolo della vita che
si rinnova ed auspicio di fecondità.
Si ha testimonianza dell'uso di donare uova decorate con elementi
preziosi già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra, in cui risulta
segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo
di Pasqua.
Ma le uova più famose furono - e restano - indubbiamente quelle
del maestro orafo Peter Carl Fabergé, il quale nel 1883 dietro commissione
dello zar Alessandro di un dono speciale per la zarina Maria Fyodorovna, creò
un uovo apribile di platino smaltato bianco contenente a sua volta un uovo
d'oro che all'interno custodiva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della
corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che nominarono Fabergé “gioielliere
di corte” e gli ordinarono una collezione di uova da poter donare tutti gli
anni in occasione della Pasqua.
E adesso la ricetta
Ingredienti
Per ii biscotti : 1 kg di farina 00 (per dolci);300 gr di zucchero semolato; 300
gr di strutto (sostituibile col burro o la margarina);5 gr di ammoniaca
(corrisponde a un cucchiaino da caffè quasi colmo) sostituibile con la stessa
quantità di lievito per dolci o con 5 g. di cremor tartaro mischiato con
altrettanto bicarbonato di sodio; 1 bustina di vanillina; 1 uovo; un pizzico di
sale; latte q.b.
Per la decorazione: 10/12 uova sode con tutto il guscio (dipende dalla grandezza in cui
realizzerete i “pupi”); gr 300 di zucchero a velo; qualche goccia di succo di
limone; un pizzico di sale; acqua q.b; codine di zucchero colorate e/o
confettini argentati.
Procedimento
Mescolare farina, zucchero, vanillina, sale e ammoniaca (o i suoi
sostitutivi) su un ripiano, farvi una conca ed aggiungervi l'uovo crudo e lo
strutto a pezzetti. Impastare con tanto latte quanto basta ad ottenere una
pasta morbida ed omogenea, ma non appiccicosa. Stendere l’impasto ad uno
spessore di circa 4 mm, ricavarvi i biscotti della forma preferita,
posizionarvi un uovo sodo da trattenere con due listarelle di pasta e
infornarli a 30 minuti a 180°.Nel frattempo preparare la ghiaccia, mescolando
in una ciotola lo zucchero a velo con qualche goccia di succo di limone e
l'acqua necessaria ad ottenere un composto non eccessivamente fluido. Sfornare
i biscotti, lasciarli raffreddare su una gratella e, infine, decorarli col la
glassa e i confettini colorati.
Buona Pasqua!!!
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