“Ho degli ospiti americani a Casa
500g. che vorrebbero una cena tipica palermitana per giovedì 13 febbraio. Sei
libera per quella data?”. “Non ricordo, aspetta controllo l’agenda… si, ok,
libera”.
E così, in fibrillazione e un po’
impacciata, carica di cibo e vino mi sono presentata quel giorno alla famiglia
Grunewald. C’erano tutte le generazioni: i capostipite, i figli, un nipote e
una zia. Rilassati, chi sul divano, chi in giro per la stanza, mi hanno accolto
con giovialità e grandi sorrisi.
Ho cominciato a tirar fuori le
vettovaglie dai pacchi: polpette di sarde, panelle, caponata di carciofi,
insalata di finocchi e arance con vinaigrette al miele e mostarda, ragout alla
siciliana – quello con i tocchi di carne e salsiccia, per intenderci – da
servire con le tagliatelle fresche fatte da me, parfait di mandorle.
Mentre ero indaffarata a
organizzarmi in cucina, mi sono accorta che gli ospiti avevano un po’ di fame
ed ho chiesto: “cena formale o informale?”. Mi risposero unanimemente in modo
quasi corale: “Informal”.
Si sciolse il ghiaccio (molto se
ne sciolse anche nei bicchieri) e, quella sera, cominciò un’inaspettata quanto
straordinaria amicizia con i “meravigliosi Grunewald".
A quel punto ho cominciato a
servire gli antipasti e a chiacchierare con loro.
Devo confessare che galeotta fu
la caponata di carciofi e dunque,
augurandomi che possa avere gli stessi benefici effetti per chi la prepara e
offre, ecco la ricetta.
Ingredienti (per 10
persone): 12 carciofi; 3 grosse cipolle; mezzo sedano; 500 g. di pomodoro
maturo; 200 g. di concentrato di pomodoro; 200 g. di olive bianche; 200 gr. di
capperi; 1 cucchiaino di cacao amaro; 200 ml di aceto; 50 g. di zucchero; sale;
olio extravergine d’oliva; olio per friggere.
Procedimento:
Nettate i carciofi dalle foglie esterne più dure, tagliateli in spicchi e
tuffateli in una ciotola con acqua fredda e succo di limone affinché non
anneriscano. Mettete sul fuoco una pentola con dell’acqua e un poco di aceto
bianco. Raggiunto il bollore, buttate dentro i carciofi, salate e fate cuocere
per circa 5 minuti. Scolateli e teneteli da parte, coperti.
Preparate adesso il condimento,
che può essere utilizzato per realizzare la ben più famosa caponata di
melanzane ma anche per condire cubetti di pesce o carne e con qualsiasi altro
ortaggio di vostro gradimento.
Pulire ed affettare, mi
raccomando non troppo sottilmente, la cipolla. Pulire e ridurre a tocchetti il
sedano. Mettere entrambi gli ingredienti in una pentola con l’olio extravergine
d’oliva e farli cuocere coperti, avendo cura di mescolare ogni tanto, a fiamma
molto moderata fin quando la cipolla non sarà appassita. A questo punto,
togliere il coperchio e alzare la fiamma. Aggiungete il pomodoro fresco
spellato e tagliato a cubetti e continuare a cuocere per circa 5 minuti. Ora
potete aggiungere anche il concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere di
acqua calda, i capperi e le olive denocciolate e tagliate a metà. Allungare con
un altro bicchiere di acqua calda e far cuocere a fuoco moderato, rimestando di
tanto in tanto, per circa mezz’ora o fin quando il sugo non risulti ben
stretto. Ultimare “l’agrodolce” aggiungendo lo zucchero, l’aceto e il cacao e
far sfumare per circa 2-3 minuti.
Friggete, per pochi minuti, in
abbondante olio di semi i carciofi precedentemente preparati e unirli al
condimento, rimescolando bene. Lasciare riposare almeno mezza giornata.
Consiglio: la
caponata è considerata sia un antipasto sia un contorno delizioso. Visto il
lungo procedimento, preparatene in abbondanza e surgelatela già in porzioni
così da averla pronta all’occorrenza.
La quantità di zucchero e di
aceto può essere dosata secondo il proprio gusto.
L’aggiunta del cacao è
facoltativa. L’utilizzo della golosa polvere fu introdotta nella cucina
siciliana durante il periodo della dominazione spagnola, ma con il tempo questa
usanza è andata perduta. Io nelle mie preparazioni salate lo utilizzo spesso
perché apporta un aroma particolare e un retrogusto profumato e persistente.
N.B.: La ricetta è stata scritta
soprattutto per Jo Ann Grunewald, alla quale l’avevo promesso ma non ancora
mantenuto. Determinanti sono state le forti pressioni di suo figlio Matthew…
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